martedì 10 gennaio 2012

Il sale della terra

Lei mi fissava. Era così bella vestita di bianco, i capelli lunghi raccolti di lato. Gli occhioni chiari incorniciati dal mascara.
Ero troppo lontano da lei ma ero sicura profumasse di fresco. Quel misto di ammorbidente  con una vaga scia dolce data dal bagnoschiuma.
Guardandola provavo una strana sensazione. La stessa che si prova quando pensi di aver fatto un regalo bellissimo e poi scopri guardando gli altri doni che il tuo in confronto fa proprio schifo. Forse si può definire mortificazione.
Nella mia testa si scontravano idee opposte. Frasi su frasi si accavallavano. Non capivo come poter mettere ordine fra i pensieri. Con una mano reggevo il mio libro malconcio e nell'altra tenevo quel segnalibro da cui ancora non riesco a separarmi.
La finzione del romanzo, le frasi rivoltemi, i miei pensieri e i ricordi ormai ammuffiti gravitavano attorno a me mentre la fissavo. In un attimo di tregua da tutto quel rimuginare mi accorgo di star fissando il vuoto. Lei se ne è andata. Metto il segnalibro nel malconcio volume e lo ripongo in borsa insieme al resto dei miei pensieri.

Baci ma anche no

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