martedì 20 marzo 2012

So you better sober up for just a second

Stamattina appena fuori casa c'è stato un incidente. Non ho capito molto bene le dinamiche ma credo che qualcuno sia stato investito da un bus.
Per portare le bimbe a scuola devo attraversare una strada che è solo per i pullman e la polizia. Ogni volta che  ne passa uno il semaforo pedonale diventa rosso e comincia a suonare. Gli autobus non si fermano, vanno velocissimo.
Probabilmente chi è stato investito pensava di poter attraversare prima che passasse. O forse era troppo vicina al ciglio della strada, basta un passo di troppo qui per essere investiti. La madre mi ha detto che a quanto pare è morta la persona,
Stamattina così attraversavo quella strada che pullulava di macchine della polizia, ambulanze e bambini che andavano a scuola.
A sinistra la morte e a destra la vita. Potevi nettamente distinguerle girando la testa, prima da una parte e poi dall'altra.
Non per i bimbi però. Per loro non c'era differenza.

Baci ma anche no



lunedì 5 marzo 2012

Let me guide you to the A'dam Rain

Ieri ho fatto la turista ad Amsterdam. Il giorno prima ero andata con Nick, ragazzo che già conoscevo in Italia incontrato in un pub di A'dam una sera per caso, a Rotterdam. Avendo fatto il biglietto weekend, e avendo pagato 34 euri di biglietto, e avendo io le braccine corte, ho deciso di sfruttare l'occasione e andare a farmi un giro ad Amsterdam.
Ancora morta dal giorno prima decido, appena arrivata in stazione, di mandare affanculo il mio tour preparato a casa e andare dove mi portavano le gambe. Ispirata da un edificio in lontananza mi avvio in quella direzione e cammino fra le stradine e i canali.
Un canale a caso in giro per A'dam


 Ad un certo punto decido di tornare al mio intinerario e prendo la mappa. Tecnicamente è facile ma praticamente giro a vuoto per mezzora cercando la casa di Anna Frank. Dopo un'ora la trovo e comincia a piovere. La fila fuori svolta l'angolo, smadonno e decido di proseguire oltre. Mi avvio verso il centro e due ragazzi mi chiedono dove sta la casa di Anna Frank e io, con tutto l'astio possibile di una che ha passato un'ora a cercarla, dico "Dritto a destra".
Chiesa vicino alla casa di Anna Frank.

Faccio lo slalom fra turisti burini italiani che gridano in mezzo alla strada. Uno sta piantato in mezzo al negozio "Scusa..." "Ah soRRi, soRRi!" ma vabbè, ti sto parlando in Italiano razza di cretino e mi rispondi in inglese!
Vado verso le viuzze dove c'è il Red Light District. La via è un susseguirsi di Coffee Shop, negozi di souvenir/funghi e negozio di vestiti.
"Wooooh Mum! MUM! The magic Mushrooms!"
"Yeah, for special soup..."
Dice una madre che cerca di rendere innocenti i funghetti allucinogeni al figlio piccino che sa già leggere.
Mi fa strano entrare in un negozio e incontrare due turisti che chiedono informazioni alla commessa su gli effetti di un certo tipo di fungo. E ancora più strano è stato arrivare nella famiglia e scoprire che il padre fuma marijuana regolarmente. Devi abbandonare quell'idea per cui la droga è illegale e quindi roba da scapestrati e alternativi.

Arrivata nel quartiere a luci rosse mi faccio un giro su e giù. Essendo primo pomeriggio in vetrina ci sono quasi solo gli scarti. Signore di mezza età e ragazze volgari e sfatte.
Molte parlano al telefono, alcune sono sedute scomposte e con aria annoiata masticano una cicca. Mi chiedo se riescano a fare davvero affari ponendosi in quel modo.
Qualche signore di mezza età si ferma a parlare con loro e a concordare il prezzo, vederlo fare alla luce del giorno è un po' squallido. Forse devo tornarci di sera dove le luci rosse rendono tutto magico e bello.
Sta di fatto che potrei farla pure io la ragazza in vetrina, ho visto delle cozze che non vi dico.
Nel quartiere a luci rosse qualsiasi siano i tuoi gusti sessuali c'è qualcosa per te. Si va dal sesso normale al fetish, dal gay alle vere e proprie deviazioni (2girls1cupdocet). Le ragazze vengono da tutto il mondo, trovi asiatiche, bionde tinte, donne anziane e donne rifatte da capo a piedi.
Ci sono un sacco di negozi dedicati all'erotismo con dei vibratori che, ragazze, vi giuro non sapreste dove infilarveli.
C'è pure un negozio che vende solo condom. Ne hanno di tutti i tipi, da quello a forma di Big Ben di Londra a quello in maglia di ferro. Quello con la punta con l'orsetto, la bambolina e i monumenti. E i più normali colorati, fluorescenti e a gusti particolari.
C'è da dire che il Red Light District è bello esteticamente. Se vieni dal centro credo sia uno dei primi canali che puoi costeggiare. Ovviamente è vietato fare foto, un po' perchè le ragazze che ci sono lì vengono ad A'dam "per studiare" e un po' perchè alcune sono lì non legalmente. Sta di fatto che i papponi se ti vedono fare foto ti distruggono la macchina senza se e senza ma.

Dopo il quartiere a luci rosse ho proseguito per il centro che è sempre fatto di coffee shop, suouvenir e vestiti. Sono entrata nei negozietti di seconda mano dove trovi gli scarti degli anni 80. Vestiti pieni di lustrini e foulard ricamati con texture atroci. Scavando però si trovano cose carine.
Entro in un negozio gothic/alternativo. "Hallo" mi dice una ragazza appena entro sorridendomi, scopro non essere la proprietaria ma semplicemente una ragazza amica che sta lì con il fidanzato a chiacchierare.
Esco fuori e vedo un vecchietto ebreo che mi indica e dice qualcosa "What?", punta i miei capelli "Mooi!" "Ooooh thank youuuuu". E così scopro che pure i vecchietti ebrei amano i miei capelli fuxia (Mooi è "bello" in olandese).
Mi avvio verso la casa di Rembrandt e trove delle panchine che danno dritto sul canale. Mi fermo a fumare una sigaretta e penso quanto sia figo il fatto che io sia seduta a A'dam a sfumacchiare.

Arrivo alla casa di Rembrandt ma è ormai tardi e non ho voglia di entrare e pagare 8euri. Faccio un paio di foto alla casa e al Rembrandt Corner e faccio per andarmene quando vedo una scritta che mi strappa un sorriso.
Intanto è tutto il pomeriggio che piove. Quella pioggerellina cagacazzo che da solo fastidio. Decido di tornarmene a casa. Ovviamente nell'esatto momento in cui mi avvio verso la stazione smette di piovere.
Arrivo ad Almere e vado a prendere la mia bici per tornarmene a casa. Ricomincia a piovere, fanculo.



giovedì 1 marzo 2012

Mia, per l'amor di Dio, fermati!

Oggi ho avuto la prima crisi "voglio tornare a casa". C'è da dire che questa è una settimana difficile, le pupettes sono in vacanza e io devo stare con loro tutto il giorno. Padres è via per lavoro e quindi le bimbe sono ancora più scazzate del solito. Era andata bene fino a mezzora fa. Mi sono svegliata, mi sono fatta il caffè e stavo andando di sopra per dare alla pupettes un biscotto al cioccolato che avevo comprato per me. Cioè i MIEI biscotti. Volevo fare una cosa carina, no? Al che vado di sopra dove stanno facendo colazione, mi appoggio al letto e la piccola fa "Naaaaau" e fa per tirarmi un calcio. Non ci ho visto più. Non ho neanche tentato di spiegargli che non volevo farle vestire o chissà cosa ma solo dare loro un biscotto. Un fottuto biscotto! Avrei dovuto capirlo mesi fa che nella mia vita i biscotti non portano mai nulla di buono!
Sono corsa di sotto e mi sono messa a piangere. Mi sentivo un sacco Magda di Bianco rosso e Verdone. Non ce la faccio piùùùùù, mi dicevo. In realtà credo che accada a chiunque vada all'estero. Nel momento in cui qualcosa va male ti dici che vuoi tornartene a casa. Nel momento esatto in cui ti metti a piangere ti viene anche la nostalgia di casa. Io non l'avevo ancora sentita la nostalgia dell'Italia. Solo ogni tanto, la sera, mentre ero fuori a fumare alzavo gli occhi al cielo e vedevo un aereo passare sulla mia testa e questo mi faceva pensare a casa. Mi chiedevo "Magari quell'aereo va a Milano".
Il punto, credo, è che io ho bisogno dei miei spazi. Necessito di alcune ore libere al giorno in cui fare ciò che voglio. In questi giorni non ne ho e quindi vivo male la cosa. Per esempio oggi dovrei andare a comprare il tabacco ma Madres torna alle 6 e a quell'ora i negozi sono già chiusi. Quindi mi sa che mi tocca inventarmi qualcosa tipo "Andiamo al parco a giocare" e poi passare a prendere le sigarette dal tabaccaio lì vicino.
Il problema è poi la piccola. La sorellina grande mi da anche una mano quando vede che SorellasBraciolas fa i capricci. La GrandesPupettas è tranquilla, non da fastidio, se le dico di vestirsi si veste. SorellasBraciolas invece è un piccolo demonio dittatore con il "naaaaau" (no) sempre pronto per qualsiasi cosa. Credo sia lo scotto da pagare quando vizi i tuoi figli. Se uno è un po' più scalmanato del solito ti esce fuori un dittatore se lo vizi.
E è andata bene fino ad ora, eh. Fortunatamente so come distrarre i bambini. L'altro giorno ho bruciato i panini e ho dovuto raschiare la parte bruciacchiata. SorellasBraciaolas già da lontano diceva che schifo. Così ho disegnato due faccine sorridenti con il Ketchup e la Maionese e via, si sono dimenticate del panino raschiato.
Alla fine ho deciso che sabato vado ad Amsterdam a vedere qualche museo e vaffanculo. Se trovo qualcuno venerdì sera meglio ancora.
Ho semplicemente bisogno di contatti umani. Ieri era stata pure una giornata faticosa ma poi la sera ho parlato una mezzora con Madres e tutto è andato a posto.
Quindi nulla. Fortuna è arrivata la prima crisi. Cominciava a farmi un po' paura il fatto di non averne ancora avute. Oggi mi faccio i capelli ciclamino e il mio mondo avrà una cornice rosa che non potrà non risollevarmi il morale.