mercoledì 5 giugno 2013

Una di quelle persone

Dall'alto della Citadella di Buda guardo Pest e il Danubio che scorre nel mezzo.
Ho i piedi doloranti da 10 giorni di viaggio con le scarpe da ginnastica rotte, la pianta ricoperta di cerotti per attuire il dolore delle vesciche. Avrei voluto prendere il bus ma alla fine decido di andare a piedi.
Scale e salite. Scale e salite. Ogni tanto, fra gli alberi, intravedo il panorama e poi all'improvviso una ringhiera, una panchina e un piccolo spiazzo. Di fronte a me Budapest. Enorme, magnifica, senza fine. I ponti, il parlamento, le montagne in lontananza. Singhiozzo. Sono confusa. Sto piangendo. Tutto scivola. Giù nel Duna. Perchè piango?
Il 10 agosto del 2012 ero felice.

Non ce l'ho fatta. Non sono arrivata, non ho neanche cominciato. Non voglio fermarmi. Voglio piangere tantissimo, voglio soffocare in queste lacrime di felicità. Voglio che siano più di quelle di dolore versate in questi anni.

Voglio essere una di quelle persone che guardi negli occhi e vedi il mondo. 












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