mercoledì 18 maggio 2011

"Io stringo i pugni e mi dico che tutto..."

Stavo scrivendo un post prima e ho chiesto consiglio a Dino.
"L'idea di me che do sul blog quanto coincide con la realtà?"
"Sembri molto più depressa nel blog."

Avevo 11 anni e per la prima volta mio padre andò via di casa dopo una discussione con mia madre. Quella notte non tornò a casa. Ero spaventata, triste e incredula. Il giorno dopo andai a scuola, mi vergognavo tremendamente. Decisi di far finta di niente e per la prima volta nella mia vita indossai la mia maschera. Ridevo e scherzavo come al solito ma dentro di me il mio pensiero fisso era "Mio padre è andato via.".
Continuo a tenerla e non ho intenzione di toglierla. A volte fa male portarla ma temo possa farne di più toglierla e allora resto così.
Non sono più depressa nel blog, semplicemente quando arrivo al limite, quando il dolore della maschera è troppo, lo scrivo piuttosto di non scoppiare nella vita reale. Ma uso metafore. Perchè vederle scritte chiaramente mi spaventa. Anche nel mio diario scrivo le cose usando delle metafore e quindi la scusa "Alcuni che mi leggono mi conoscono" non regge.


Non sono triste. Semplicemente logorata e insoddisfatta. Cambierà.



Baci ma anche no
Mia Samsa

10 commenti:

  1. Secondo me nel blog sembri semplicemente una persona normale.

    RispondiElimina
  2. Ha!
    [non è una risata]

    Mio padre se n'è andato dal giorno alla notte con una di 15 anni più giovane e davanti alle mie palesi domande da 13enne matura ma innamorata follemente del proprio padre,"Stai con un'altra?" mi ha continuato a mentire per altri 2 anni non immaginando che io sapessi tutto.
    Poverino.
    Io sono cresciuta.
    Lui è una cosa simile a Benjamin Button, solo regredisce mentalmente.

    E' come l'aceto misto al sale su un taglietto fresco.
    O almeno per me è così.

    Un bacio
    [di solito io pure rido eh :)]

    RispondiElimina
  3. naaaaaaaa io non te la racconto la mia di storia.
    volevo solo dirti che ho rifatto il philadelphia e mi è venuto più buono dell'altra volta.
    ah, ho fatto anche una torta al limone....alla prossima provo a fare una torta al lime e ti mando la foto =)

    @musik: normale....normale? ParanoiaAcida normale? no perchè io me la sono immaginata tutto tranne che normale! così eh, era un'opinione.

    RispondiElimina
  4. @Daphnuti.. Grazie mille per il tuo commento, sei stata carinissima :D
    Trovo molto azzeccata la sensazione dell'aceto misto sale sul taglietto. E' così anche per me.
    @musik: daje con sta cosa della persona normale gnègnè
    @birrabionda: muahahahahah e immagina allora cosa posso essere dal vivo XD
    (waaaa sììì voglio  la torta! E ma a 'sto punto provo pure io a fare la philadelphia homemade)

    RispondiElimina
  5. "Perchè scrivi solo cose tristi?"
    "Perchè quando solo felice esco!"

    Un abbraccio per la mia paranoica acidella preferita!

    RispondiElimina
  6. Io l'ho vista dal vivo, Mia Samsa. Sul blog, in confronto, sembra normale.

    (ah, ok, vi dico com'è: viola. Tutta viola)

    RispondiElimina
  7. Viola -.-'

    eh ben.
    A sto punto poi ci incontriamo, tu porti il philadelphia e io la key lime pie!

    RispondiElimina
  8. Non fidarti di Musik u_u Lui dice anche che sono grassa.
    E adesso non è perchè ho i pantaloni, la sciarpa, lo zaino, le scarpe e il fermaglio viola sono tutta viola u_u

    :Q___ quando si parla di cibo io sono sempre presente! xD

    RispondiElimina
  9. L'unico padre che ho avuto lasciò mia madre, mia sorella e me quando avevo 17anni. Dai 5 ai 17 ricordo solo che mi ripeteva lo stesso mantra: "non vali niente". Gli anni passavano, la rabbia ingoiata ogni giorno s'ingrossava sempre di più. Scaricavo tutto il rancore in una palestra di periferia dove tirando cazzotti ad un sacco e saltando una corda cambiai sia nel fisico che nella mente. Era una notte di marzo e rientrai a casa dopo una giornata trascorsa tra scuola, palestra ed amici. Trovai mia madre piangendo e lui che alla rinfusa riempiva una valigia. Domandai cosa stesse accadendo e la risposta fu un semplice "stai zitto testa di cazzo". Gli andai contro e lo spintonai sull' armadio urlandogli tutto l'odio che provavo. Vidi nei suoi occhi la paura, non ero più il piccolo bambino che si prendeva il  ceffone e correva in camera a piangere. Presi la sua valigia e la tirai fuori dalla porta, poi tornai in camera, lui provò a darmi uno schiaffo ma io bloccai la sua mano che una volta temevo e lo spintonai nuovamente contro la porta. Questa volta la mano che colpiva era la mia e il suono sordo del mio arto contro il suo viso ancora è registrato nella mia mente. Quell'individuo lo rividi solo molti anni dopo in occasione del funerale di mia madre e guardandolo l'unico sentimento che sentivo era odio. Oggi sono padre anche io e tutto quel rancore che avevo dentro s'è trasformato in amore quando per la prima volta ho visto mio figlio...

    RispondiElimina