Ma la zavorra ingrassa e tu dimagrisci. Non è corretto. Giù a picco. Tu, la zavorra e la fottuta zattera.
Umido, salato e freddo. Sei caduta nell'acqua. Cristo. Braccia e gambe insieme come hai imparato a nuoto all'età di sei anni. Via verso la superficie. Ti volti e ti ricordi che la zavorra è legata alla zattera. Porcaputtana si sta portando giù la zattera. Braccia e gambe. Ti avvicini e traffichi con la catena. Ossì. Ci sei riuscita. Fai per esultare ma qualcosa si stringe al piede. La catena ha fatto un nodo attorno alla tua caviglia. Porcaputtana. Ti agiti. Serve? No. Opponi resistenza. Serve? No. Urli. Serve? No. Stai anche sprecando il poco ossigeno che ti rimane.
Oh no. Oooh no. Rassegnarsi è la soluzione. E via giù. L'acqua sempre più fredda. Le improvvise correnti gelide che ti trapassano. Tutto diventa più buio. Senti un tonfo. Sei arrivata sul fondo. Ti manca il respiro. Pressione alla testa. L'ossigeno è finito. Tu sei finita. Nessuna vasca e nessuna fottuta pozzanghera. Se muori nell'oceano nessuno ti ritroverà. Ti guardi attorno. Porcaputtana. Corpi. Fottutissimi corpi attaccati ad una zavorra con una catena. Porcaputtana. Corpi gonfi, lividi, decomposti. Porcaputtana sono orribili. Orribili! Cazzo, orribili! Eppure erano umani. Una, due, tre settimane prima erano umani. Sono umani, cazzo. Ora sono orribili. Orribili! Chi può definirli umani? No. No. No. Così sarai. Questione di tempo. Orribile.
Chiudi gli occhi e aspetti la tua fine. Sapere. Cazzo, sapere prima di divenire è orribile. Ancora più di quei corpi.
Ma che ci puoi fare? Questo è un oceano e non una fottuta vasca.
Baci ma anche no
Mia Samsa
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