A volte basta poco per descrivere una persona. Ultimamente mi piace riassumere i caratteri e i comportamenti di certi soggetti con "Gente che boh.".
"Gente che boh" racchiude perfettamente la totale confusione che regna nella testa di chi è costretto a subire questi soggetti e probabilmente anche nella loro.
La Gente che boh quando fa una domanda usa il punto interrogativo solo per bellezza tanto lui ha già pronta la controrisposta. Voi potreste pure rispondere "pancetta nello spazio", quello che seguirà non avrà nulla a che fare con l'insaccato, è più un pretesto per poter dire qualcosa e incolpare voi.
La Gente che boh confonde i propri segoni mentali con la realtà. Difendersi da questo è pressochè impossibile perchè basato sul nulla cosmico. Quando non trova il coraggio di chiedere la Gente che boh formula la domanda, la vostra risposta e le conseguenza di tutto. Tipo quelli che sognano di essere traditi dal fidanzato e poi se la prendono con il suddetto.
Gente che boh, ma davvero boh.
Ci sono anche le GentiCheBoh che si alterano perchè continui a ripetere una cosa e poi fanno esattamente il contrario di quello che dicevi di fare, che se invece di perdere tempo gli tiravo direttamente una mazzata in testa ne guadagnavo di sanità mentale e fisica.
Di GenteCheBoh è pieno il mondo, sono quelli che sbottano per stronzate, quelli che sono scortesi e poi danno della maleducata a te perchè hai risposto male, quelli che pensano che sei nata l'altro ieri e quelli che ti riempiono di parole ma quando ci sarebbe davvero da parlare scappano.
La storia del "il mondo è bello perchè è vario" è proprio una stronzata. A la Gente che boh dovrebbero mettere l'etichetta "Made in RPB (Repubblica popolare del Boh)", così uno può scegliere. Poi al governo si parla di priorità! Il marchio "Madre in RPB" è la priorità, metti ci fosse stata questa trasparenza, in parlamento ci scamapavamo quelli che fanno le interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche!
L'uomo del Monte non dice più "sì" ma "Boh".
"Oh ma quel tipo?"
"Eh boh."
"Ma come boh!? Cosa hai fatto?!"
Non è colpa mia! Sono loro che sono Gente che Boh.
Buon Boh Anno a tutti.
sabato 4 gennaio 2014
giovedì 21 novembre 2013
Bolle di Andersen
Vi ricordate del mio oceano? Ero quasi arrivata sul fondo e avevo delle zavorre attaccate ai miei piedi.
Ora avete presente la malattia del palombaro?
Praticamente un giorno le mie zavorre si sono improvvisamente staccate e sono schizzata fuori dall'acqua. Sono tornata a respirare l'ossigeno puro, ho rivisto il cielo.
Ora quando un subacqueo per vari motivi si ritrova a non poter rispettare la tabella di decompressione per risalire in superifice lo sbattono in una camera iperbarica.
Il problema fondamentalmente è che in fondo all'oceano si può vivere e farla sembrare una cosa quasi normale. Capita anche di farti degli amici, di gente come te là sotto ce n'è a bizzeffe. Dopo un po' si impara anche a riconoscerli, sia là sotto che alla luce del sole, lassù nel mondo emerso.
Noi sirene e sirenetti tristi siamo così rassegnati al nostro destino che non pensiamo mai al dopo. Siamo delle cicale marittime, pensiamo a costruirci un fortino emotivo adatto alla situazione e non pensiamo mai al condizionale, non osiamo pensare ad una vita a due zampe, piuttosto preferiamo credere che ci dissolveremo in centinaia di coreografiche bolle.
In sostanza negli anni a mollo avevo imparato a sopravvivere, mi ero costruita muri, ero molto brava a far fronte a determinati problemi e a tralasciane altri.
Insomma chi mai si preoccuperebbe del proprio aspetto in mezzo a corpi lividi e decomposti?
Io alla camera iperbarica non ci ho pensato, sono emersa velocemente, non vedevo l'ora di toccare terra. Il mare e la terra non sono compatibili e l'erosione di anni e anni di sale ha eroso i muri attorno a te facendomi trovare coperta di macerie. Non tutto insieme, piano piano, lentamente.
Cerco di imparare ad essere una persona migliore, a volte è difficile. Spesso devo far conto con la vergogna, altre con la mia autostima che, ironicamente, fa acqua da tutte le parti. Molte volte devo reprimere la mia vocina interiore che mi spinge a comportarmi come facevo laggiù.
Sorprendentemente la mente e il corpo umano funzionano in un modo straordinario e certe cose sono impossibili da reprimere.
Non puoi evitare di avere una morsa allo stomaco, non puoi evitare le budella che si attorcigliano, non puoi evitare di piangere o ridere e purtroppo nemmeno di sussultare.
Mi chiedo continuamente se sto facendo la cosa giusta, se ho diritto di esultare di essere uscita, perché dopotutto chi mi ha tolto queste zavorre di certo non l'ha fatto per me, è come se muovendosi per sbaglio le abbia strappate via. Potrei ringraziare ma perché dare il merito di qualcosa a qualcuno che a te non ci ha neanche pensato?
Voi lo sapete il finale della Sirenetta di Andersen? Io voglio arrivare là. Voglio compiere 300 buone azioni e poi essere felice.
Ora avete presente la malattia del palombaro?
Praticamente un giorno le mie zavorre si sono improvvisamente staccate e sono schizzata fuori dall'acqua. Sono tornata a respirare l'ossigeno puro, ho rivisto il cielo.
Ora quando un subacqueo per vari motivi si ritrova a non poter rispettare la tabella di decompressione per risalire in superifice lo sbattono in una camera iperbarica.
Il problema fondamentalmente è che in fondo all'oceano si può vivere e farla sembrare una cosa quasi normale. Capita anche di farti degli amici, di gente come te là sotto ce n'è a bizzeffe. Dopo un po' si impara anche a riconoscerli, sia là sotto che alla luce del sole, lassù nel mondo emerso.
Noi sirene e sirenetti tristi siamo così rassegnati al nostro destino che non pensiamo mai al dopo. Siamo delle cicale marittime, pensiamo a costruirci un fortino emotivo adatto alla situazione e non pensiamo mai al condizionale, non osiamo pensare ad una vita a due zampe, piuttosto preferiamo credere che ci dissolveremo in centinaia di coreografiche bolle.
In sostanza negli anni a mollo avevo imparato a sopravvivere, mi ero costruita muri, ero molto brava a far fronte a determinati problemi e a tralasciane altri.
Insomma chi mai si preoccuperebbe del proprio aspetto in mezzo a corpi lividi e decomposti?
Io alla camera iperbarica non ci ho pensato, sono emersa velocemente, non vedevo l'ora di toccare terra. Il mare e la terra non sono compatibili e l'erosione di anni e anni di sale ha eroso i muri attorno a te facendomi trovare coperta di macerie. Non tutto insieme, piano piano, lentamente.
Cerco di imparare ad essere una persona migliore, a volte è difficile. Spesso devo far conto con la vergogna, altre con la mia autostima che, ironicamente, fa acqua da tutte le parti. Molte volte devo reprimere la mia vocina interiore che mi spinge a comportarmi come facevo laggiù.
Sorprendentemente la mente e il corpo umano funzionano in un modo straordinario e certe cose sono impossibili da reprimere.
Non puoi evitare di avere una morsa allo stomaco, non puoi evitare le budella che si attorcigliano, non puoi evitare di piangere o ridere e purtroppo nemmeno di sussultare.
Mi chiedo continuamente se sto facendo la cosa giusta, se ho diritto di esultare di essere uscita, perché dopotutto chi mi ha tolto queste zavorre di certo non l'ha fatto per me, è come se muovendosi per sbaglio le abbia strappate via. Potrei ringraziare ma perché dare il merito di qualcosa a qualcuno che a te non ci ha neanche pensato?
Voi lo sapete il finale della Sirenetta di Andersen? Io voglio arrivare là. Voglio compiere 300 buone azioni e poi essere felice.
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martedì 1 ottobre 2013
September Camera's Folder
Settembre è finito, ho un cellulare nuovo e comincio ad ammorbarvi su cosa c'è nella gallery del mio telefono questo mese!
Tanburelli del Magnolia per aprire il mese. |
Sei al computer, ti giri e BAM mongolfiere pericolosamente vicine. |
Troppa creatività nella mia personcina. |
La mia risposta al ciclo. Tazza made in holland, ibuprofene e drama koreani (special guest: ormoni in fibrillazione per l'attore progagonista Lee Min Ho) |
Io e il mio amico Will. (feat. Viscidi che mi gridano "Miao bella gattina". Che imbecilli! Non si vede che sono chiaramente una volpe?!) |
Graziosa camicia da notte made in Korea (che se capisce che sono di nuovo in fissa con i drama asiatici?!) |
Milano che si crede Canary Wharf. |
Delirio e paura a Porta Nuova. |
Non temendo la venutà di Giessù infrango un comandamento rubando bellamente le pannocchie. Disgustose fra l'altro. |
Spremiagrumi troppo carino che fa ora da splendido prendi polvere. |
Aperitivo scintillante in quel di Lodi. |
Le mie piantine carnivore crescono. No, non potete toccarle. |
L'altro altro altro altro altro altro [...] ieri è nata Selene. Manco è nata e mi sta già sul cazzo. |
E anche settembre è passato, fra noie, scazzi e amiche in visita da lontano.
Mia
giovedì 18 luglio 2013
Voglio essere grande come un elefante
Circa tre anni fa guardai The eternal sunshine of a spottless mind, ricordo che mi piacque ma nulla di più. Oggi l'ho rivisto e interiormente ho uno strano tumulto. Mi sento stralunata e sento che ha toccato qualcosa ma non riesco a capire cosa.
Mi chiedo se ci sarebbe qualcuno che vorrei cancellare dalla mia mente, se sia qualcosa di eticamente corretto, non solo nei miei confronti ma anche di chi viene dimenticato.
Forse no, non vorrei privarmi di nessun ricordo, ogni persona che ha incrociato la mia vita è stata importante nonostante il dolore che mi abbia arrecato. Incessantemente mi chiedo se vorrei cancellare G, l'incipit di tutto. La sua perdita mi ha catapultata dall'adolescenza all'età adulta, saltando qualche anno fondamentale. Perdere qualcun altro non sarebbe stato lo stesso, G mi ricorda quanto la vita possa sfumare in un secondo. Un giorno sei una felice 15enne che va ad una fiera di paese e pochi istanti dopo sei sdraiata sull'erba con il battito che scema. Posso sentire l'aria di maggio, l'odore di erba e fieno tipico della nostra campagna. Casualmente l'altro giorno sono passata per la prima volta per quella strada. Ogni metro era uno strazio, ho solo vaghe informazioni su dove sia avvenuto, ad ogni curva mi chiedevo "Sarà stato qui?".
No, io non cancellerei G, per nulla al mondo. Se qualcuno volesse cancellare qualcun altro, perchè no? In Amelie dicevo che la felicità non si deve ottenere nascondendo la verità ma in questo caso la persona sceglie consapevolmente di eliminare un pezzo di stessa, del proprio essere. Non credo però che il punto debba essere cancellare il dolore ma la persona che si è diventati. Spesso ci accadono cose che ci cambiano, cominciamo ad odiarci e incolpiamo quella persona o quell'evento per averlo fatto. Credo che se la possibilità fosse concreta, quella di cancellare qualcuno, molti ne usufruirebbero. Noi umani siamo pigri e allo stesso tempo troppo impegnati. Non ci interessa più la strada ma l'arrivo. Non vogliamo conoscere la soddisfazione di risollevarsi, l'importante è essere in piedi.
Mi turba che questo film mi abbia colpito, da quel che so sono i caduti in amore che amano questo film. Io non odio nessuno delle mie passate infatuazioni e se in passato l'ho fatto era per la ragione sbagliata. Ho odiato me stessa e ciò che ero diventata e come è comunque in questi casi si riversa la propria rabbia su qualcosa. Io suQqualcuno. L'ho capito anni dopo, l'ho capito forse quando l'ho rivisto. Se avessi cancellato quella persona dalla mia vita non sarei partita. Non avrei superato quel male di vivere che mi stava facendo affogare. Ero depressa in quel periodo e lui aveva solo peggiorato le cose. Consideravo la mia vita finita, non volevo vivere nè morire. Un oblio costante. Oggi voglio vivere e alla morte non ci penso. Vorrei quasi ringraziarlo per avermi dato l'inconsapevole spinta.
Non basta ricorrere alla fantascienza, le persone tendono a cancellare, non superano gli eventi negativi, li cancellano. Io cerco di prendere sempre il lato positivo e se non ci riesco penso che un giorno capirò perchè mi è stata utile quella cosa. Forse ora non ho ancora gli strumenti adatatti a farlo ma fra qualche anno sì. Credo sia accaduto lo stesso con questo film, 3 anni fa non avevo gli strumenti per capirlo. Avevo le capacità per capire di aver davanti un bel film ma non capivo perchè lo fosse realmente.
Quest'utlimo mese è stato difficilissimo, la mia faccia si è ripetutamente sfracellata contro la realtà. Chi è rimasto è andato avanti, c'è chi si è laureato, chi si è trovato un nuovo fidanzato o chi ha preso casa. Tutte cose tangibili ma io di questi ultimi tempi ho solo un sacco di ricordi. Spesso è difficile combattere contro il frequente pensiero che in realtà non ho combinato nulla. Risulta difficile anche adeguarsi ai cambiamenti di personalità delle altre persone, digerirli poco per volta è un conto, tutti insieme si rischia l'indigestione. Ricadere nella depressione pre-viaggio è un timore fortissimo e queste paranoie di certo non aiutano.
Forse ho capito come questo film si è andato a ricollegare alla mia vita e ai miei pensieri e probabilmente una protagonista con i capelli di colori pazzi ha aiutato molto ad immedesimarmi..
Mi chiedo se ci sarebbe qualcuno che vorrei cancellare dalla mia mente, se sia qualcosa di eticamente corretto, non solo nei miei confronti ma anche di chi viene dimenticato.
Forse no, non vorrei privarmi di nessun ricordo, ogni persona che ha incrociato la mia vita è stata importante nonostante il dolore che mi abbia arrecato. Incessantemente mi chiedo se vorrei cancellare G, l'incipit di tutto. La sua perdita mi ha catapultata dall'adolescenza all'età adulta, saltando qualche anno fondamentale. Perdere qualcun altro non sarebbe stato lo stesso, G mi ricorda quanto la vita possa sfumare in un secondo. Un giorno sei una felice 15enne che va ad una fiera di paese e pochi istanti dopo sei sdraiata sull'erba con il battito che scema. Posso sentire l'aria di maggio, l'odore di erba e fieno tipico della nostra campagna. Casualmente l'altro giorno sono passata per la prima volta per quella strada. Ogni metro era uno strazio, ho solo vaghe informazioni su dove sia avvenuto, ad ogni curva mi chiedevo "Sarà stato qui?".
No, io non cancellerei G, per nulla al mondo. Se qualcuno volesse cancellare qualcun altro, perchè no? In Amelie dicevo che la felicità non si deve ottenere nascondendo la verità ma in questo caso la persona sceglie consapevolmente di eliminare un pezzo di stessa, del proprio essere. Non credo però che il punto debba essere cancellare il dolore ma la persona che si è diventati. Spesso ci accadono cose che ci cambiano, cominciamo ad odiarci e incolpiamo quella persona o quell'evento per averlo fatto. Credo che se la possibilità fosse concreta, quella di cancellare qualcuno, molti ne usufruirebbero. Noi umani siamo pigri e allo stesso tempo troppo impegnati. Non ci interessa più la strada ma l'arrivo. Non vogliamo conoscere la soddisfazione di risollevarsi, l'importante è essere in piedi.
Mi turba che questo film mi abbia colpito, da quel che so sono i caduti in amore che amano questo film. Io non odio nessuno delle mie passate infatuazioni e se in passato l'ho fatto era per la ragione sbagliata. Ho odiato me stessa e ciò che ero diventata e come è comunque in questi casi si riversa la propria rabbia su qualcosa. Io su
Non basta ricorrere alla fantascienza, le persone tendono a cancellare, non superano gli eventi negativi, li cancellano. Io cerco di prendere sempre il lato positivo e se non ci riesco penso che un giorno capirò perchè mi è stata utile quella cosa. Forse ora non ho ancora gli strumenti adatatti a farlo ma fra qualche anno sì. Credo sia accaduto lo stesso con questo film, 3 anni fa non avevo gli strumenti per capirlo. Avevo le capacità per capire di aver davanti un bel film ma non capivo perchè lo fosse realmente.
Quest'utlimo mese è stato difficilissimo, la mia faccia si è ripetutamente sfracellata contro la realtà. Chi è rimasto è andato avanti, c'è chi si è laureato, chi si è trovato un nuovo fidanzato o chi ha preso casa. Tutte cose tangibili ma io di questi ultimi tempi ho solo un sacco di ricordi. Spesso è difficile combattere contro il frequente pensiero che in realtà non ho combinato nulla. Risulta difficile anche adeguarsi ai cambiamenti di personalità delle altre persone, digerirli poco per volta è un conto, tutti insieme si rischia l'indigestione. Ricadere nella depressione pre-viaggio è un timore fortissimo e queste paranoie di certo non aiutano.
Forse ho capito come questo film si è andato a ricollegare alla mia vita e ai miei pensieri e probabilmente una protagonista con i capelli di colori pazzi ha aiutato molto ad immedesimarmi..
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mercoledì 3 luglio 2013
Proud like a god
Ti ho raccontato di me. Con in mano una birra e nell'altra una sigaretta.
Ti ho raccontato di me, seduti su una panchina in una piazzetta della periferia di Barcellona.
Con la voce tremante, con frasi sconnesse e sguardi incerti.
L'avevo capito che anche tu eri uno di noi, un ragazzo legato ad un filo rosso.
Più che la mia storia ti ho raccontato le mie paure e le vergogne e tu hai risposto con l'unica frase possibile: Guardati ora!
Mi hai insegnato che la mia vita sono io e che prima o poi la persona giusta con cui spogliarti arriva.
Mi ha dato un posto dove dormire e un cuore da stringere.
E mille grazie non servono a nulla se non a rinnovarti la promessa di riuscire prima o poi a sentirmi una persona fantastica e non risponderti solo con un'alzata di spalle e una smorfia.
Ti ho raccontato di me, seduti su una panchina in una piazzetta della periferia di Barcellona.
Con la voce tremante, con frasi sconnesse e sguardi incerti.
L'avevo capito che anche tu eri uno di noi, un ragazzo legato ad un filo rosso.
Più che la mia storia ti ho raccontato le mie paure e le vergogne e tu hai risposto con l'unica frase possibile: Guardati ora!
Mi hai insegnato che la mia vita sono io e che prima o poi la persona giusta con cui spogliarti arriva.
Mi ha dato un posto dove dormire e un cuore da stringere.
E mille grazie non servono a nulla se non a rinnovarti la promessa di riuscire prima o poi a sentirmi una persona fantastica e non risponderti solo con un'alzata di spalle e una smorfia.
26 Giugno, Parc Guell, Barcellona |
Baci ma anche no
Mia Samsa
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giovedì 20 giugno 2013
Where is the love?
Lui e lei si conoscono in un freddo paese del nord Europa. Lui viene dal sud lei dall'altro capo del mondo. Sono lì per motivi diversi, si conoscono assolutamente per caso, una sera a cena a casa di lui grazie ad un'amica in comune.
Sono entrambi dei viaggiatori, coscienti e già scottati dalla dura vita sentimentale di chi decide di fare del mondo la propria casa.
Lei, messicana, dopo il sogno americano e quello europeo punta all'Australia.
Lui, italiano, una vita fra Africa, Asia e medio-oriente cerca di realizzare il sogno della propria vita: il sud america.
Non c'è verso che funzioni. Così lei parte per un mese di vacanza in giro per l'europa cercando di capire e approfittandone per allontanarsi da quella situazione.
Niente da fare, sono già innamorati. Lui torna a casa ma poco dopo è da lei con la scusa di un lavoro trovato nella vicina Germania e poi un viaggio da soli in Polonia, il Natale insieme alla famiglia di lui, skydiving tenendosi per mano e il saluto al nuovo anno con l'amica che li fece conoscere.
A gennaio le torna a casa e lui con lei. Decide di cominciare il suo sogno sud americano proprio dal Messico.
Lei già sapeva che lui non sarebbe restato per sempre da lei ed è ben consapevole che quel viaggio di lui non sarebbe durato poco.
Lui parte, da Puebla si sposta a San Josè del cabo ma non è solo. Lei ha deciso di seguirlo perchè forse si è ricordata ciò che le disse quell'amica che li presentò: L'Australia non scomparirà nel giro di qualche anno.
Ed è per questo che ancora credo nell'amore.
Un giorno lo so, vedrò una foto di loro due insieme sulla Golden Coast.
Sono entrambi dei viaggiatori, coscienti e già scottati dalla dura vita sentimentale di chi decide di fare del mondo la propria casa.
Lei, messicana, dopo il sogno americano e quello europeo punta all'Australia.
Lui, italiano, una vita fra Africa, Asia e medio-oriente cerca di realizzare il sogno della propria vita: il sud america.
Non c'è verso che funzioni. Così lei parte per un mese di vacanza in giro per l'europa cercando di capire e approfittandone per allontanarsi da quella situazione.
Niente da fare, sono già innamorati. Lui torna a casa ma poco dopo è da lei con la scusa di un lavoro trovato nella vicina Germania e poi un viaggio da soli in Polonia, il Natale insieme alla famiglia di lui, skydiving tenendosi per mano e il saluto al nuovo anno con l'amica che li fece conoscere.
A gennaio le torna a casa e lui con lei. Decide di cominciare il suo sogno sud americano proprio dal Messico.
Lei già sapeva che lui non sarebbe restato per sempre da lei ed è ben consapevole che quel viaggio di lui non sarebbe durato poco.
Lui parte, da Puebla si sposta a San Josè del cabo ma non è solo. Lei ha deciso di seguirlo perchè forse si è ricordata ciò che le disse quell'amica che li presentò: L'Australia non scomparirà nel giro di qualche anno.
Ed è per questo che ancora credo nell'amore.
Un giorno lo so, vedrò una foto di loro due insieme sulla Golden Coast.
Baci ma anche no
Mia Samsa
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mercoledì 19 giugno 2013
Scatoloni di patriottismo di una cittadina europea.
Questo è ciò che rimane, a parte i ricordi nella propria mente, del mio anno e mezzo via.
Una maschera del capodanno cinese, un cappellino-fermaglio usato per il Queen's day ad Amsterdam, delle disgustose sigarette ungheresi mai finite, un disegno del Big Ben, svariate mappe di città d'europa, un biglietto della metro parigina e un'altro della salita al duomo di Firenze, un palloncino sgonfio che mi ha regalato Pris quando è venuta a prendermi a Schiphol, i cartelli "free hugs" di Amsterdam e Londra, fiorini e sterline avanzate, un cerchietto per St. Paddy's day, disegni dei bimbi di cui mi sono presa cura, foto con gli amici, lettere piene di "ci rivedremo" e, perché vivo in una famiglia invadete, ho assicurato al buio di una scatola un vibratore arancione dotato di comodo laccio per appenderlo al collo con scritto "Ik Willem" per un autoerotismo patriottico.*
Una maschera del capodanno cinese, un cappellino-fermaglio usato per il Queen's day ad Amsterdam, delle disgustose sigarette ungheresi mai finite, un disegno del Big Ben, svariate mappe di città d'europa, un biglietto della metro parigina e un'altro della salita al duomo di Firenze, un palloncino sgonfio che mi ha regalato Pris quando è venuta a prendermi a Schiphol, i cartelli "free hugs" di Amsterdam e Londra, fiorini e sterline avanzate, un cerchietto per St. Paddy's day, disegni dei bimbi di cui mi sono presa cura, foto con gli amici, lettere piene di "ci rivedremo" e, perché vivo in una famiglia invadete, ho assicurato al buio di una scatola un vibratore arancione dotato di comodo laccio per appenderlo al collo con scritto "Ik Willem" per un autoerotismo patriottico.*
Baci ma anche no
Mia Samsa
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